Munch. Il grido interiore. Un successo la mostra presso Palazzo Bonaparte a Roma
organizzata fino al 2 giugno da Arthemisia
Un'esperienza da consigliare per le emozioni che suscitano le oltre 100 opere di Edvard Munch (1863–1944), tra gli artisti più amati e conosciuti. Il grido interiore, mostra organizzata fino al 2 giugno in maniera impeccabile a Palazzo Bonaparte, in occasione del Giubileo e del 25° anniversario dalla nascita di Arthemisia, sta riscuotendo grande affluenza con visitatori di tutte le età. Lunghe code ma ordinate e biglietti a ruba anche a Roma, dopo aver registrato il record assoluto di visitatori a Palazzo Reale di Milano per un’importantissima monografica con opere provenienti dal Munch Museum di Oslo, che custodisce quasi l’intero corpus di opere dell’artista norvegese.
L’esposizione a Palazzo Bonaparte ricostruisce la carriera del maestro scandinavo soffermandosi su temi universali come la nascita, la morte, l'amore ed il mistero esistenziale. Molte opere raffigurano le difficoltà psicologiche umane, il disagio prodotto dalle malattie ed il vuoto lasciato dalla morte, altre cercano di immortalare le forze invisibili che animano e tengono insieme l'universo. Un lungo percorso artistico iniziato da Munch come autodidatta, poi a 22 anni grazie a borsa di studio evoluto a Parigi e nella metà degli anni ottanta contaminato dal contatto con i cosiddetti Bohemien Kristiana intellettuali norvegesi contro il potete costituito.
Tanti i Capolavori in evidenza come Malinconia, Notte stellata, La morte di Marat, Ragazze sul ponte, Danza sulla spiaggia. Esposta al primo piano anche una rara litografia de l'Urlo nella versione che Munch dipinse per la prima volta nel 1983. Al secondo piano un focus inatteso svela la presenza di Munch in l’Italia, dal suo primo viaggio nel 1899 assieme all’amata Tulla Larsen. “Malattia, alcol, disastri: questo fu il viaggio a Firenze”, scrisse l’artista che poi a Roma si è confrontato con le tradizioni italiane. Nel 1927 passa un mese a Roma dove visita la tomba dello zio Pete Andreas Munch, il più celebre storico norvegese, morto nell’anno della nascita di Edvard e sepolto nel cimitero acattolico di Roma.
La mostra dell'allestimento perfetto, con dovizia di contributi informativi per i visitatori, si chiude con la sala immersiva, che rappresenta una metafora visiva del flusso incessante dei pensieri che affollano la mente umana, esprimendo il caos e l'angoscia dell'esistenza. Un appuntamento da non mancare (info su https://www.arthemisia.it/it/mostra-munch-roma-informazioni/)
22/04/2025