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FOGNINI FA CROLLARE NADAL

Rafael Nadal ha perso nella semifinale del Rolex Monte-Carlo Masters, 6-4, 6-2 in 1H36. Non strofinatevi gli occhi, non datevi pizzicotti sul braccio, non chiedete al vostro vicino se non state sognando. Fabio Fognini ce l’ha fatta. Chi, a parte lui, e a parte il vero Novak Djokovic, era capace di surclassare lo spagnolo sul suo terreno prediletto? Così è e così va Fabio Fognini. Imprevedibile. Inafferrabile. Inclassificabile. Non aveva ancora vinto un match su terra battuta in questa stagione? Eccolo in finale del primo Masters 1000 della stagione su ocra. Avrebbe potuto (dovuto) essere eliminato fin dal primo turno dal qualificato russo Andrey Rublev che conduceva 6-4, 4-1 cinque palle di 5-1? 5 giorni dopo, dopo aver eliminato il N°3 mondiale, Alexander Zverev, poi il N°2, Rafael Nadal, diventa il primo italiano finalista al Rolex Monte-Carlo Masters dopo Corrado Barazzutti nel lontano 1977. 42 anni. Quell’anno Emmanuel Macron non era ancora nato, Geroges Lucas dava una nuova speranza al cinema con l’episodio IV di Star Wars. Un’eternità, dunque.
Un po’ come l’ultima volta quando Rafael Nadal è apparso così sperduto, senza soluzione, quasi rassegnato su un campo in terra battuta. Undici volte vincitore del Rolex Monte-Carlo Masters, tre volte detentore del titolo, una 13ª finale a Monaco sembrava cosa fatta (sarebbe stata la 50ª nel Masters 1000, pari al record di Federer) e un 2° score garantito. Ma no. Dal primo gioco dell’incontro, il sole si è eclissato dietro un cielo nuvoloso, il vento ha raddoppiato di intensità e il ritmo è stato dato. 12 minuti, 16 punti disputati e break Fognini alla sua 4ª opportunità.
Fabio sembrava subito in una buona luna, moltiplicando le ispirazioni, specie di rovescio. Nadal balbettava, tergiversava e si interrogava. Prendere l’iniziativa? Picchiare duro? Far giocare Fognini? Lo spagnolo dava l’impressione di non saper scegliere quale schema giocare. Se Fognini gli offriva un debreak rapidamente e si staccava 3-1, il suo linguaggio corporale non era molto positivo. L’italiano coglieva di sicuro un avvertimento dopo aver tentato di far rigiocare un punto perché la sua salvietta planava sul campo per una raffica di vento (l’ha riposta alla fine nel frigo!) ma è riuscito a concentrarsi di nuovo e molto più rapidamente del solito.

E poi di colpo Nadal è crollato. Da 4-3 al primo set, a 6-4, 5-0 in favore di Fognini. 8 giochi incassati consecutivamente sulla terra battuta dal re incontestato di questo terreno. Impensabile. Un esempio: un break bianco a 4-4 offerto su quattro falli diretti (25 in totale in 188 giochi) di dritto.

Fognini, lui, se la godeva, dritto, rovescio, schiacciata, lob, volée, gli riusciva tutto (21 colpi vincenti). Il Centrale era in piedi. A 5-0, 40-0, Nadal, nauseato, finiva col mollare qualche bomba tra cui un rovescio vincente a 149 km/h. Il maiorchino ha mantenuto l’illusione per due giochi. Ma Fognini, sorprendentemente calmo (la presenza di sua moglie, Flavia Pennetta, nel suo box?), lentamente ha bevuto qualche sorso d’acqua al cambio di lato, ha sollevato il petto gonfio, gli occhi orgogliosi. Stava per finire. Un ultimo laser di dritto lungo la linea e l’italiano poteva alzare le braccia al cielo, lasciare cadere la racchetta e abbracciare Nadal alla rete, vincitore. Alla grande!!!!!


20/04/2019



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